da Qelsi - Un mio amico carissimo mi si avvicina di soppiatto e mi sussurra all’orecchio: “Io e la mia bella aspettiamo un bambino”. Parla più con gli occhi, gonfi di emozione, parla più col cuore e le sue vibrazioni, che con quel sussurro. Lo abbraccio. Cerco di riportarlo sulla terra con la mia solita “macha” battuta (“Hai capito finalmente che quel coso serve a qualcosa”) ma niente, abbiamo ripreso a camminare e lui è un fiume in piena e mi racconta della prima ecografia, dei pochi centimetri di suo figlio, dei loro progetti e soprattutto di quel battito di cuore che ha riempito, incontenibile, la sala, la sua testa, il suo cuore.
In lui riconosco i miei discorsi, le prime volte, le mie sensazioni, gli stessi battiti.
Poi si ferma, mi guarda e mi dice: “Jolly, adesso capisco veramente tutte le tue battaglie per la vita e contro l’aborto. Sì, prima anche io non ero d’accordo per l’aborto ma in modo superficiale perché il “problema” non mi aveva mai riguardato. Ora lo capisco veramente. Quando ho sentito quel battito mi son detto: ma come si fa a buttarli via?”
Gli lancio uno sguardo tra il commosso e il compiaciuto. Buon viaggio amico, a te, alla tua bella, a tuo figlio alla vostra famiglia. Buongiorgio!
@giorjolly
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