venerdì 6 novembre 2015

L’aborto è sempre una sconfitta, anche se cala nelle statistiche ufficiali - Qelsi

97.535 bambini uccisi nel grembo materno, negli ospedali italiani, a spese di tutti noi contribuenti, non saranno mai una notizia da prima pagina per la quale esultare, per la quale dire “la legge funzione”, per la quale annunciare “evviva la prevenzione”.
Non raccontiamoci balle perché a quei bambini non possiamo più dirle visto che non ci sono e non ci saranno mai più.
Guardateli in faccia uno ad uno quei 97.535, date loro un nome, Adele, Rachele, Eugenio, Silvia, Mario, Giorgio e via dicendo e provate con tutto il cuore ad esultare del fatto che non siano 120 mila ma “finalmente si è scesi sotto la soglia dei centomila”.
Al di là degli aspetti tecnici un po’ fasulli sia del Rapporto Nazionale sia del clima culturale (e rimando qui all’articolo dell’amico Giuliano Guzzo) io voglio stare, con questo mio Buongiorgio, vicino stretto abbracciato ad uno ad uno di questi nostri figli, nostri concittadini che non ci saranno mai più, che non incroceremo per Roma e per le strade delle nostre città, che non andranno mai a scuola coi nostri figli.
L’aborto è sempre una sconfitta per questi figli, per le loro madri, per la società italiana e mondiale intera e finché quel numero non sarà zero (zero aborti per legge, zero aborti nelle strutture pubbliche, zero aborti clandestini, zero aborti farmacologici, zero di zero) non sarà perfettamente un buongiorno.

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