Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente
per la 36a Giornata Nazionale per la vita
(2 febbraio 2014)
“Generare
futuro”
“I figli sono la pupilla dei nostri occhi…
Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo
andare avanti?”[1].
Così Papa Francesco all’apertura della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù ha
illuminato ed esortato tutti alla
custodia della vita, ricordando che generare ha in sé il germe del futuro. Il
figlio si protende verso il domani fin dal grembo materno, accompagnato dalla
scelta provvida e consapevole di un uomo e di una donna che si fanno collaboratori
del Creatore. La nascita spalanca l’orizzonte verso passi ulteriori che
disegneranno il suo futuro, quello dei suoi genitori e della società che lo circonda,
nella quale egli è chiamato ad offrire un contributo originale. Questo percorso
mette in evidenza “il nesso stretto tra educare e generare: la relazione
educativa si innesta nell’atto generativo e nell’esperienza dell’essere figli”[2], nella consapevolezza che
“il bambino impara a vivere guardando ai genitori e agli adulti”[3].
Ogni figlio è volto
del “Signore amante della vita” (Sap
11,26), dono per la famiglia e per la società. Generare la vita è generare il
futuro anche e soprattutto oggi, nel tempo della crisi; da essa si può uscire
mettendo i genitori nella condizione di realizzare le loro scelte e i loro
progetti.
La testimonianza
di giovani sposi e i dati che emergono da inchieste recenti indicano ancora un
grande desiderio di generare, che resta mortificato per la carenza di adeguate
politiche familiari, per la pressione fiscale e una cultura diffidente verso la
vita. Favorire questa aspirazione (valutata nella percentuale di 2,2 figli per
donna sull’attuale 1,3 di tasso di natalità) porterebbe a invertire la tendenza
negativa della natalità, e soprattutto ad arricchirci del contributo unico dei
figli, autentico bene sociale oltre che segno fecondo dell’amore sponsale.
La società tutta
è chiamata a interrogarsi e a decidere quale modello di civiltà e quale cultura
intende promuovere, a cominciare da quella palestra decisiva per le nuove
generazioni che è la scuola.
Per porre i
mattoni del futuro siamo sollecitati ad andare verso le periferie esistenziali
della società, sostenendo donne, uomini e comunità che si impegnino, come
afferma Papa Francesco, per un’autentica “cultura dell’incontro”[4]. Educando al dialogo tra
le generazioni potremo unire in modo fecondo la speranza e le fatiche dei
giovani con la saggezza, l’esperienza di vita e la tenacia degli anziani.
La cultura
dell’incontro è indispensabile per coltivare il valore della vita in tutte le
sue fasi: dal concepimento alla nascita, educando e rigenerando di giorno in
giorno, accompagnando la crescita verso l’età adulta e anziana fino al suo naturale
termine, e superare così la cultura dello “scarto”[5]. Si tratta di accogliere
con stupore la vita, il mistero che la abita, la sua forza sorgiva, come realtà che sorregge
tutte le altre, che è data e si impone da sé e pertanto non può essere soggetta
all’arbitrio dell’uomo.
L’alleanza per la
vita è capace di suscitare ancora autentico progresso per la nostra società,
anche da un punto di vista materiale. Infatti il ricorso all’aborto priva ogni
anno il nostro Paese anche dell’apporto prezioso di tanti nuovi uomini e donne.
Se lamentiamo l’emorragia di energie positive che vive il nostro Paese con
l’emigrazione forzata di persone – spesso giovani – dotate di preparazione e
professionalità eccellenti, dobbiamo ancor più deplorare il mancato contributo
di coloro ai quali è stato impedito di nascere. Ancora oggi, nascere non è una
prospettiva sicura per chi ha ricevuto, con il concepimento, il dono della
vita. È davvero preoccupante considerare come in Italia l’aspettativa di vita
media di un essere umano cali vistosamente se lo consideriamo non alla nascita,
ma al concepimento.
La nostra società
ha bisogno oggi di solidarietà rinnovata, di uomini e donne che la abitino con
responsabilità e siano messi in condizione di svolgere il loro compito di padri
e madri, impegnati a superare l’attuale crisi demografica e, con essa, tutte le
forme di esclusione. Una esclusione che tocca in particolare chi è ammalato e
anziano, magari con il ricorso a forme mascherate di eutanasia. Vengono meno
così il senso dell’umano e la capacità del farsi carico che stanno a fondamento
della società. “È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con
amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e
che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella
famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si
prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei
genitori”[6].
Come un giorno si
è stati accolti e accompagnati alla vita dai genitori, che rendono presente la
più ampia comunità umana, così nella fase finale la famiglia e la comunità
umana accompagnano chi è “rivestito di debolezza”
(Eb 5,2), ammalato, anziano, non
autosufficiente, non solo restituendo quanto dovuto, ma facendo unità attorno
alla persona ora fragile, bisognosa, affidata alle cure e alle mani provvide
degli altri.
Generare futuro è tenere ben ferma e
alta questa relazione di amore e di sostegno, indispensabile per prospettare una
comunità umana ancora unita e in crescita, consapevoli che “un popolo che non
si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché
maltratta la memoria e la promessa”[7].
Roma, 4
novembre 2013
Memoria di San Carlo Borromeo
Il Consiglio Permanente
della
Conferenza Episcopale Italiana
[1] Papa Francesco, Discorso nella cerimonia di benvenuto in occasione della XXVIII
Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, 22 luglio 2013.
[2] Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali
dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, n. 27.
[4] Papa Francesco, Omelia nella Santa Messa con i Vescovi, i sacerdoti, i
religiosi e i seminaristi in occasione della XXVIII Giornata Mondiale della
Gioventù a Rio de Janeiro, 27 luglio 2013.
[5] Cfr Papa Francesco, Udienza
generale, 5 giugno 2013.
[6] Papa Francesco, Omelia nella Santa
Messa per l’inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma, 19 marzo 2013.
[7] Papa Francesco, Messaggio ai
partecipanti alla 47a Settimana Sociale dei
Cattolici Italiani (Torino, 12-15 settembre 2013), 11 settembre 2013.
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