Cari amici del PDL, state cercando un buon motivo per andarvene dal Governo delle larghe intese e quelli sfogliati sino ad ora non vi convincono? Ve ne indico uno io, pur meravigliandomi che l’abbiate chiamato per ora solo col sinonimo di “moratoria” e non di “crisi”.
Dobbiamo per forza aspettare la sentenza definitiva del prossimo 30 luglio che condannerà il nostro presidente Berlusconi all’interdizione perpetua dai pubblici uffici? (potrà almeno presentarsi all’anagrafe a rinnovare la carta di identità o no?).
Potevamo far cadere il Governo sul caso Kazako ed insieme far fare una cupa figura al nostro delfino stretto nel suo acquario ministeriale?
Un motivo vero per mandare a casa questo Governo, per uscirsene dalla larghe intese è quello della proposta di legge in discussione il prossimo 26 luglio che ha titolo “Contrasto all’omofobia e alla transfobia” e che istituisce tra i reati che persegue, il crimine legato alla discriminazione di genere, punendolo con il carcere. Una volta espiata la pena, il condannato potrà anche subire una “rieducazione sociale” prestando servizio civile nelle associazioni “omosessuali, bisessuali, transessuali o transgender”.
Cosa vuol dire? Che se pubblicamente si dichiara che il matrimonio tra persone dello stesso sesso non sia paragonabile a quello tra uomo e donna questa affermazione possa essere benissimo letta come una discriminazione, se non addirittura un incitamento alla violenza, verso le persone omosessuali, cosa che può portare al carcere fino a quattro anni.In più, strumentalizzando episodi di violenza contro persone omosessuali, che condanno con fermezza, ufficializza per la prima volta a livello legislativo l’ideologia gender, che rappresenta solo una minoranza all’interno del variegato mondo omosessuale. È chiaro che questa prima proposta è un cavallo di troia per far passare senza troppa fatica le altre due proposte di legge (pronte al Senato), compresa l’adozione da parte delle persone dello stesso sesso.
Nella proposta di legge sul “Matrimonio egualitario” (pronta al Senato) c’è l’esplicita volontà di sostituire le parole “marito e moglie” con la parola “coniugi”. Insomma, una vera decostruzione di ciò che da sempre ed in tutte le culture è stato considerato il cardine della società umana, la famiglia fondata tra un uomo ed una donna.
E allora andiamocene prima che sia tardi! Lasciamo a loro queste “zozzerie legislative” altrimenti rischiamo di perdere ancora consenso, di marchiare per sempre la nostra vita con la firma indiretta sotto queste leggi e ci trasformeremmo,impietosamente, in un PD più L.
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