Di buon mattino oggi sono partito da Novate Milanese ripercorrendo quella strada che per tanti anni mi ha condotto a scuola, ai tempi del liceo: la Varesina. Quella Statale è ringiovanita col tempo, si é fatta più bella. Mentre noi invecchiamo, alcune strade diventano più moderne grazie a chi attorno le addobba con nuovi negozi, fabbriche e con tante rotondo ben curate, e personalizzate, al posto di tri colori semafori anonimi.
I ragazzini della classe 5a B della Scuola G. Marconi di Castelseprio mi hanno accolto educati ed ordinati ai loro banchi: quasi emozionante rientrare in una classe e sedersi dall’altra parte della Cattedra.
Gentili e brave maestre mi hanno ceduto subito il posto ed il gessetto e coi bambini è nato un dialogo che è durato per oltre un’ora. Abbiamo parlato delle cinque W del giornalismo, di come la scrittura sia cambiata dai tempi di Gutenberg o della penna d’oca ad oggi, di come è composta una redazione, delle differenze tra un giornale cartaceo ed un giornale online.
Hanno domandato tanto, ho provato a rispondere a tutto.
Ho consigliato loro di leggere molto, e di scrivere altrettanto.
Ho consigliato loro di tenere sempre a portata di mano una penna, un blocchetto di carta (qualcuno ha aggiunto anche una macchina fotografica – bravo!) ed il dizionario di italiano e dei sinonimi e contrari, anche quando la scuola non li obbligherà più a questo.
Ho consigliato loro, prima di scrivere un articolo, di avere bene in mente che cosa vogliono comunicare e a chi.
E mentre consigliavo loro tutto questo, li ripetevo anche per me perché non fa mai male un ripasso.
Grazie alla piccola giornalista in erba Chiara ora sono un po’ più famoso anche tra i suoi bravi compagnetti aspiranti giornalisti.
Grazie alla piccola Chiara ho rivisto con piacere gli amici, suo padre e sua madre, i luoghi della mia adolescenza ed ho rimesso l’accento su un legame che non si è mai interrotto, con la scrittura e con chi mi è rimasto vicino grazie a questa.
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