sabato 7 gennaio 2012

Piccole web tv crescono, da Il Messaggero

Piccole web tv nascono, crescono e parlano. Nascoste tra la massa informe della rete, rappresentano la nuova frontiera dell'informazione nata “dal basso” che potenzia di anno in anno le sue fila: secondo il settimo rapporto Netizen 2012 appena sfornato dall'osservatorioAltratv.tv in Italia le micro web tv sono 590, di cui 102 solo nel Lazio.
Una crescita inferiore rispetto allo scorso anno (nel rapporto Netizen 2011 se ne contavano 533 con un aumento del 52% rispetto all'anno precedente), ma le antenne di oggi sono sempre più focalizzate sul mondo del business e dell'imprenditoria.
WebTv in ascesa. Un tasso di crescita del 11% nell'ultimo anno che ha confermato il Lazio in testa alla classifica con il maggior numero di tv sul web, seguito da Lombardia (85), Puglia (63), ed Emilia Romagna (53).
Lazio, la WebTv per dare voce al territorio. «L'abbattimento dei costi del digitale e la volontà di colmare un vuoto informativo ha accelerato questa rivoluzione culturale e tecnologica - dichiara Giampaolo Colletti, fondatore di Altratv.tv e presidente della federazione dei media digitali indipendenti - In particolare nel Lazio si può constatare che è un fenomeno di provincia. Si avverte la necessità di dare voce al territorio». Detto, fatto: dove tv e giornali spengono in fretta i riflettori arriva l'esercito delle lucine rosse dei cittadini videomaker pronti a dare il loro punto di vista.
Tecnologia alla portata di tutti. «Bastano una telecamera, un sistema di montaggio video, e poi si carica tutto gratuitamente su una piattaforma di video sharing come Youtube o Vimeo» aggiunge Colletti. L'accessibilità alle tecnologie è aumentata e il digital divide non fa più paura.
I "silver users". Niente roba da “smanettoni” o da youtuber insomma. Il web si apre a coloro che sono avanti negli anni, i cosiddetti “silver users”: infatti sono in numero marginale le web tv composte da un team con un'età media tra i 21 e i 30 anni. «Basta pensare che Pietro Vellini, pensionato di Saronno, con la sua web tv ha vinto l'edizione del 2009 dei Teletopi, l'oscar delle web tv italiane».
Citizen journalism. Ciò che fa la differenza (e l'eccellenza) tra queste bandiere del citizen journalism, espressione della cittadinanza attiva sul web, è l'idea vincente. «Il problema è ragionare su cosa si vuole raccontare» racconta Colletti. Gli accessi parlano da soli: solo il 30% di queste realtà riesce a registrare tra i 7mila e i 10mila utenti unici al mese. Il 28% si attesta oltre i 10mila. Il restante 42% è addirittura al di sotto.
Il live streaming. La potenza del mezzo, dunque, non basta. La maggior parte di queste web tv si occupa di cultura, sport, turismo, politica e cronaca. E c'è chi si affaccia timidamente alla sperimentazione di web series. Il live streaming rimane un'ottima possibilità per emergere ed è adottato dalla maggioranza delle web-tv per trasmettere eventi territoriali specifici (73%).
Youtube, Facebook, Twitter. La novità sostanziale è rappresentata dall'adozione dei social network e dalla integrazione con le piattaforme di videosharing. Rimane in vetta YouTube adottato come business partner dal 72%, mentre l'82% delle antenne è su Facebook (il 70% di loro con una pagina che sfiora i 5.000 fan), il 46% su Twitter. Infine, si registra la crescita esponenziale della distribuzione multipiattaforma che predilige i devices mobili (preferiti dal 45%, a seguire il digitale terrestre per il 39%). Le applicazioni per smartphone e tablet sono adottate dal 40% dei canali, mentre per il 56% verranno implementate nel prossimo futuro.
La mappa delle web tv. «Non abbiamo un elenco dettagliato dei nominativi, ma le web tv sono individuabili sulle mappe regionali pubblicate su altratv.tv» dichiara Colletti.
Teletorre 19. Non è mancata la fantasia agli inquilini di Teletorre19, a Bologna, la prima web tv in Italia che racconta la vita di un condominio. Per non trovarsi impreparati al compleanno del vicino di pianerottolo ecco la rubrica sugli anniversari dei 170 abitanti del palazzo, ai quali si aggiungono le interviste agli animali domestici e presentazioni dei nuovi condomini.
A Roma e nel Lazio molte micro web tv, seguendo il trend nazionale, filmano la vita nei quartieri, i disagi e in alcuni casi denunciano il degrado. E' la missione di Tg Talenti e degradoesquilino.com, diventati punti di riferimento per proteste e proposte dei cittadini. I canali tematici spaziano dall'ecologia alla cucina fino all'antenna che segnala attività, sagre ed eventi culturali meno considerati. C'è il canale che si occupa dei problemi dell'immigrazione e il gruppo di cittadini che condividono opinioni su come combattere la crisi.
La prima WebTv di rione: MontiTv. E a volte l'hobby può trasformarsi in lavoro. Lo sa bene Maria Alessandra Scuderi, fondatrice nel 2003 di MontiTv, la prima web tv di rione. Tre amici, una telecamera in spalla e il volto della Suburra che cambia da raccontare. Giochi persi nella notte dei tempi, vecchi mestieri che scompaiano, botteghe che chiudono. «E' iniziato tutto per gioco – racconta - Andavamo a intervistare i proprietari delle botteghe storiche, gli anziani del quartiere per farci raccontare il cambiamento. E' triste constatare che, da quando abbiamo iniziato, una decina di bottegai hanno chiuso. Noi continuiamo a raccontare il rione, ma seguiamo pure gli eventi, promuoviamo giovani artisti e realizziamo parallelamente produzioni audiovisive. La web tv non ha costi alti e ci aiutiamo con dei redazionali che proponiamo sulla nostra pagina».
Come fare una WebTv. Il problema, dunque, per chi vuole fare della web tv una professione rimangono i finanziamenti. Se i finanziamenti legati alla Pubblica amministrazione si attestano al 12%, si incrementano i rapporti commerciali con le piccole e medie imprese del territorio: l'80% delle web tv intrattiene rapporti di business, realizzando video su commessa (24%) o producendo pubblicità con pre-roll o banner (32%). Diminuiscono le web tv che si basano su donazioni o su risorse degli ideatori (il dato aggregato registra il 56%, sceso di meno della metà rispetto all'ultimo monitoraggio). Più business, con squadre più numerose (il 19% ha una squadra composta da 6 a 10 collaboratori) e mature (oltre la metà, il 53%, ha un'età compresa tra i 31 e i 40 anni, solo il 5% sono net-nativi).
di Federica Macagnone

1 commento:

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