giovedì 25 agosto 2011

Vai a lavorare.... Magari, risponde lui

Parchetto giochi di Venarotta, paesino in provincia di Ascoli Piceno, circa 2500 anime e penso altrettante persone. Spendo i miei ultimi giorni di villeggiatura portando i figli al parco per giocare ma dopo le 18 perchè anche qui, nonostante i 500 metri slm, il caldo si fa sentire, eccome!
Un altro papà con due figli svolge il mio stesso "mestiere" anche se lui, apprendo chiacchierandoci, in maniera forzata perchè la moglie è costretta a turni notturni dato che lui ha perso il lavoro due anni fa causa chiusura fabbrica in Ascoli e non riesce a trovare nulla, e mi sussurra, "è difficile anche essere chiamati per i colloqui".
Avrà la mia età penso, i fatidici 40, due figli, operaio disoccupato, spinge il passeggino e controlla la bimba che corre avanti ed indietro.
Un signore del paese sfreccia sulla strada vicina col suo Pandino e, giunto nei pressi del mio collega, abbassa il finestrino e gli urla "Vai a lavorare!".
Il padre non si scompone: fa un cenno di saluto con la mano, il sorriso gli si fa amaro e sussurra "Magari".
Fotografia di un'Italia comune a tanti.
Alcuni anni fa se ti gridavano "Vai a lavorare!" o rispondevi un seccato "Vacci tu" oppure orgogliosamente "Ho ancora tre giorni di ferie da finire!".
Ora la risposta è: magari! Dimmi dove! Hai qualcosa per me?
Ecco. Sto parlando di questi padri che cercano qualcosa per loro, un lavoro, qualsiasi, perchè si sanno adattare, perchè hanno i figli che non posso capire troppe ragioni ma devono sapere che un presente ed un futuro è possibile anche per loro.


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