Che cosa puoi dire a due genitori, nemmeno trentenni, ai quali il primo figlio nasce con una grave malattia al cuore e dopo venti giorni muore tra le loro braccia?
Che cosa puoi dire a due genitori consumati di lacrime e di dolore e che sulla bara bianca hanno solo messo un fiocco bianco e due firme sui lati penzolanti: mamma, babbo.
Che cosa puoi dire a Babbo Alessandro quando penultimo esce dalla chiesa, al termine del funerale, e porta lui in braccio suo figlio chiuso in quella bara bianca, lo alza verso il Cielo come a dargli il via per restituirglieLo, lo bacia e lo depone dentro l'auto delle pompe funebri.
Che cosa puoi dire a sua madre Neide che stringe il pupazzetto che ha fatto compagnia per pochi giorni a suo figlio e che spero che almeno, per tutta la vita, tenga il ricordo e l'odore si Pietro.
Non dici niente a questa gente dal dolore immenso ed immensamente composto.
Ho portato al tuo funerale, Pietro, le mie lacrime ed il mio dolore di padre.
Non ti ho visto, non ti ho conosciuto, a malapena conosco i tuoi genitori.
Ma in questo momento sono anche io tuo genitore perché sono Padre come tuo babbo Alessandro.
In questo momento ho solo le mie lacrime che mi rientrano nel singhiozzo.
In questo momento voglio soffrire un po' con loro e per te.
E non dire niente perchè anche io attendo risposte.
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