giovedì 23 giugno 2011

Un nuovo vento che non fa ancora cadere il governo

Il nuovo vento, quello che si dice abbia cominciato a soffiare dalle amministrative al referendum, rendendo più pulita e respirabile l'aria di Milano e di Napoli (beh, su Napoli chiedere ai napoletani); quel nuovo vento di cui tutti si sono fatti promotori e con tappeti volanti vi si sono infilati sopra a cominciare dal Bersani in maniche di camicia; quel nuovo vento come mai ieri non ha soffiato con la sua forza e spazzato via il Berlusconismo ed il Berlusconi davanti al voto di fiducia alla Camera? Si son già rotti i ventilatori? O qualcuno ha tolto la corrente proprio perchè incapace di gestire un'eventuale crisi di governo, una campagna elettorale, ed una Nazione. Qualche dubbio comincia a sorgere soprattutto davanti ai numeri. Ieri alla Camera, sul Decreto di Legge sullo Sviluppo economico, il governo ha incassato 317 si, 293 no. Un margine largo, di 24 voti, superiore a qualsiasi attesa ed a qualsiasi conto col pallottoliere. Inoltre, come hanno osservato quasi tutti i commentatori politici, si tratta della vetta più alta in termini di voti a favore mai raggiunta dal governo a partire dalla famosa rottura, ed altro voto di fiducia, dello scorso 14 dicembre. Quindi, provando a ricapitolare. Dopo la crisi e la scissione con Fini, quel 10 dicembre il governo si salvò per soli tre voti. Poi vi è stata la primavera delle amministrative col nuovo vento che ha sconfitto il centro destra a Milano e Napoli. Poche settimane fa il referendum che, dopo 16 anni, raggiunge su tutti i quesiti il difficile quorum e tutti lo interpretano come un segnale al governo. Giorni di proclami, richieste di dimissioni, il paese vuole altro, soffia altrove ma alla Camera i numeri di supporto al governo aumentano invece di dividere. Vero è che le porte di Monte Citorio sono ben blindate ed è difficile che entri anche un solo nuovo spiffero, ma ci rimane il dubbio che nessuno abbia l'interesse di far cadere il governo attuale almeno per i seguenti "nobili motivi". Il primo indiziato è il vitalizio per i numerosi parlamentari deputati e senatori che sono al primo mandato e che devo raggiungere ora i cinque anni di permanenza in carica altrimenti non potranno godere di questo ingiusto beneficio. Seconda indiziata è l'estate iniziata ieri alle 19,16 e che non si può affrontare senza il posto di lavoro sicuro lasciato a casa e da ritrovare a settembre inoltrato. Terzo motivo può essere che l'opposizione ha visto a portata di mano la spallata ma oltre non sa andare. Quarto motivo è che i nostri rappresentanti, in un moto di responabilità diffusa, si sono seriamente confrontati con gli impegni verso il popolo italiano ed hanno deciso di portare a termine le riforme necessarie per assicurare a tutti noi stabilità e serenità per il futuro nostro e delle nostre famiglie. A voi la scelta o l'aggiunta dei motivi.

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