mercoledì 15 giugno 2011

Il referendum ed il popolo del web

Leggendo i giornali oggi ho scoperto una cosa molto interessante. I referendum non li ha vinti la destra, la sinistra, il sopra ed il sotto ma il Web! Voi pensavate che a trionfare dovesse essere Di Pietro o Bersani o gli antinuclearisti incalliti che sono sempre e solo più anti quando di mezzo c’è Berlusconi. Pensavate che aveva vinto Grillo e non Silvio? No. Il Web ha vinto. Il web ha mobilitato. Il web ha creato. Il web: tutto grazie al web. Credo che un fondo di verità in tutto questo ci sia ma penso anche che si debba andare coi piedi di piombo a valutare una situazione che sicuramente potrebbe avere i contorni di novità ma dando le giuste valutazioni. E’ sicuro che i media tradizionali, e quindi intendo la televisione ed i giornali, hanno parlato poco dei quesiti referendari quindi è sotto gli occhi di tutti che una spinta propulsiva al voto la si è avuta grazie al movimento, spontaneo ma non troppo, di migliaia di persone che ogni giorno si sono messe a scrivere, postare, inventare inviti al voto sottoforma di volantini classici o di prodotti multimediali. La necessità aguzza l’ingegno, si dice sempre, ed anche in questo caso dobbiamo proprio dire che il popolo di internet si è sbizzarrito in mille loghi, mille forme, in rifacimenti musicali, in slogan semplici e diretti accompagnati anche da articoli di approfondimento. Molti veramente belli e meritevoli di essere postati, ovvero rigirati e diffusi sui propri spazi personali. Però poi 27 milioni e cinquecentomila italiani sono andati alle urne a mettere quattro crocette su quattro SI e penso che non tutti si siano mossi perché spinti dal Signor Web ma già convinti di loro o dai partiti propri di riferimento. Anche per protesta. Tanti amici mi hanno detto di essere andati a votare quattro Si per dare un segnale al governo eppure hanno sempre votato Pdl. Da qualche tempo però il Web è entrato anche nella comunicazione politica. Ma il web ha le sue regole. Ci vogliono sette minuti per aprire un blog ed essere on line alla portata di tutti ma quanti minuti di tempo si hanno da dedicare, al giorno, alla gestione personale della comunicazione on line? Molti protagonisti della politica pensano che internet sia come una lunga strada a cui appiccicare, a buon prezzo, i propri manifesti. Non è così. Internet è una lunga strada dove tutti ti possono fermare e fare domande e si aspettano risposte se no tutti vengono a sapere che non vi è dialogo ma solo vecchia e sterile comunicazione unidirezionale. Il Web ha il suo ruolo sicuramente anche nelle decisioni politiche e lo conquisterà sempre di più. Ma dietro ogni pc, ogni tastiera vi è sempre una persona che non si spegne schiacciando off e che rimane collegata notte e giorno con la sua vita e con quella di chi gli sta attorno. Il web è un ottimo strumento per lavorare, conoscere, scrivere, informarsi e mobilitare. Ieri al referendum però non ha vinto un ignoto ed impalpabile Web ma ha vinto la Democrazia anche grazie al Web.

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