Quaranta nonnette, per lo più vedove, qualche mamma e qualche papà, un paio di adolescenti costrette, quattro chierichetti e l'anziano parroco: con tutti loro, mio Signore, ti ho accompagnato all'orto degli Ulivi dove inizia la tua e nostra passione.
Quando ero adolescente il sacerdote ci invitava a fare almeno un'ora di deserto. A turni ci organizzavamo per coprire tutta la notte, per non lasciare solo il nostro Signore e quella frase "Non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me" mi ha sempre sfidato nel corso degli anni.
Un'ora, almeno un'ora devo resistere a pregare con te, ad aspettare che vengano a prenderti, a contrastarli anche io con armi e bastoni, a frappormi tra te e loro.
Un'ora sola Signore.
Ho sfidato il sonno in quelle notti del Giovedi Santo nella cappella dell'Oratorio San Luigi allestita prima da don Germano poi don Michele ed in ultimo don Paolo.
Ho sfidato il sonno ma poi mi sono addormentato nel resto dei trecentosessantacinque giorni.
Oggi invece ho avuto la sensazione netta del tuo sacrificio. Mentre a messa due parlavano, uno mandava sms, altri sbuffavano ed io, peggio di tutti, controllavo i movimenti attorno, ho capito che sì ti abbiamo accompagnato fino all'orto degli Ulivi ma il cuore era già grato perchè tanto eri tu a sottoporti al giudizio, al supplizio, al sacrificio.
Non so se ce la farò quest'anno a vegliare un'altra ora con te. Stanotte Massimo è stato male e forse abbiamo dormito, io e mia moglie, un 'ora sola.
Accetta questa veglia, Signore, che si svolge ormai trecentosessantacinque giorni l'anno.
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