Si parla tanto del matrimonio del Secolo in questi giorni e tutti sappiamo a chi si riferiscono i media internazionali. Volenti o nolenti qualcosa lo si viene a sapere anche se, come me, cercate di stare lontano dalla cronaca britannica (ora sta girando la foto di un ragazzo che si è tatuato sui due denti davanti il volto di W e C, metto una e in mezzo perché sono un signore).
A parlare di matrimonio del secolo a me vengono in mente altri due fatti: uno di portata mondiale e l'altro più personale.Partiamo dal secondo e parlo ovviamente del mio matrimonio avvenuto il 5 dicembre 2004: penso sia esperienza comune a tutti gli sposati, od ai loro amici, considerare il proprio matrimonio come quello più importante ed è susseguente la ovvia domanda: e perché non dovrebbe esserlo?
Coloro che hanno vissuto la Sacralità di questo Sacramento ed hanno sentito che là davanti all'Altare c'era Dio a celebrare con loro il Matrimonio, sanno di cosa sto parlando.
Ancor di più però mi viene in mente che il vero matrimonio del Secolo è stato quello tra Giovanni Paolo II ed i giovani, e tutti noi giovani nati agli inizi degli anni 70 o giù di lì e che abbiamo avuto, per un lungo pezzo della nostra vita, quello fondamentale della crescita, lui come presenza costante, fissa, alla finestra della nostra coscienza ed in fondo al viale del nostro cammino religioso.
Giovanni Paolo II è riuscito a celebrare la sua unione con tutti i giovani del mondo assieme e con ognuno di noi singolarmente.
Lo abbiamo sentito pastore presente e vigile, danzante e cantante, compagno di giochi e di nuotate in piscina o sciate sulla neve, e poi più adulto di noi ritirarsi in disparte per lasciare a noi di essere protagonisti della nostra vita, ora che ce ne aveva dati gli strumenti.
Ci ha chiamato Sentinelle del mattino, sale della terra e ci ha convocato da tutte le parti del mondo ed in tutte le spianate del mondo per cercare con lui il vero Lui.
Giovanni Paolo II ha condotto tutti i giovani a Lui, a Gesù Cristo, facendocelo intravvedere e poi, scostandosi, spingendoci in avanti.
Eppure ognuno di noi lo ha sentito vicino, gli ha chiesto consiglio nelle preghiere, gli ha sussurrato all'orecchio i proprio progetti per poi portargli, infine, la propria moglie gravida sotto la finestra di Palazzo Apostolico per presentargli la propria famiglia, nata anche seguendo le sue indicazioni.
Alle adunate oceaniche riuscivo a sentirlo mio, solo mio, "sposato" spiritualmente con me eppure percepivo che era di tutti e non ne ero geloso perchè "Lolec" moltiplicava il suo amore e la sua presenza e mai la divideva.
Auguri quindi a W and C che si sposeranno domani ma, con tutto rispetto, prima anche del mio penso che il matrimonio del Secolo sia stato quello di Giovanni Paolo II con tutti noi e con ognuno di noi.
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