Oggi mi sento particolarmente vicino a Mary Liguori, collega giornalista che non conosco, ma che ha vissuto uno degli incubi peggiori (secondo il mio modesto parere) che possano capitare a chi, come noi, pratica questo mestiere.
Il fatto è accaduto a Napoli. La redazione de Il Mattino chiama Mary, incaricata di seguire la cronaca nera, per mandarla sul luogo di un duplice omicidio, agguato di camorra. Arrivata sul posto per raccogliere i dettagli della notizia la reporter ha fatto una atroce scoperta: una dei due cadaveri era quello di suo padre Vincenzo, carrozziere di 57 anni, finito per caso in questa resa dei conti tra due clan camorristici coi quali lui non c'entra niente.
Non riesco ad immaginare lo shock che ha colto Mary ma qualcosa posso pensare e voglio scrivere.
Anche io, come forse tanti, ho iniziato questa carriera di giornalista occupandomi di Cronaca Nera per i giornali locali della zona, ovvero Rho-Settegiorni, La Prealpina, Luce.
Probabilmente Mary è alle prime armi, sta facendo il tesserino e quindi anche lei deve occuparsi di cronaca nera malvolentieri, non lo so, sono mie deduzioni a distanza.
Il mio incubo è sempre stato, per cinque anni, proprio quello che ha vissuto la Liguori, ovvero essere chiamato sulla scena di un fattaccio (metti anche solo un incidente stradale) e vedere coinvolto qualche amico o peggio parente stretto.
Grazie a Dio non mi è mai capito questo anche perché, dopo che i Carabinieri di allora mi avevano chiesto di fotografare una persona che si era impiccata, ho lasciato la Cronaca Nera e cercato di inventarmi un altro mestiere.
Mary, non ti conosco, ma ti sono vicino. Credo che tu davvero sia una giornalista di frontiera e ti meriti tutto il nostro rispetto, apprezzamento ed abbraccio. Condoglianze.
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