Prima ancora che condivisibile o meno, l'idea di qualificare come omosessuale un neonato è demenziale. Il manifesto affisso a Firenze è, dunque, un clamoroso autogol, sotto molti punti di vista. Primo, perché serve a pubblicizzare delle "giornate nazionale Ready", che non so cosa siano né nessuno lo spiega. Si dà per acquisito che io abbia il dovere di saperlo, e invece sono ignorante senza neanche sentirmi in colpa.
Secondo, perché la cosa sarebbe a cura della "rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere", che oltre a non essere italiano non è neanche competenza delle amministrazioni locali, le quali, pertanto, sprecano soldi dei cittadini per cose inutili ed oziosamente declamatorie. Terzo, perché il tutto sarebbe interno ad un presunto "festival della creatività", che è così creativo da copiare una campagna pubblicitaria canadese, tant'è che l'innocente vittima non è "omosessuale", bensì "homosexual". Così impostato, quello è il festival del vuoto creativo.
E veniamo al messaggio, o presunto tale: omosessuali si nasce. Bella trovata! Ci abbiamo messo anni a far capire che non si nasce maschi o femmine, ma esseri umani, che non sono una bella cosa le classi separate, ed ora sarebbe un bel passo in avanti aggiungere anche gli omosessuali? Quali, poi? Perché a volere essere precisi anche lì ci sono gli omosessuali maschi e quelle femmine, o basta non essere eterosessuali per appartenere già ad una predestinazione sociale? Sembra una campagna omofobica, laddove vorrebbe essere il contrario.
Dice il manifesto (che peggio non poteva essere fatto): "L'orientamento sessuale non è una scelta". Certo che lo è. Per orientamento non s'intende il solo sesso, l'essere dotati di organi riproduttivi maschili o femminili, ma un insieme di fattori culturali ed ambientali. Cribbio, c'è differenza fra il mio orientamento sessuale e quello del Casanova felliniano. C'è differenza fra la sessualità di una donna libera e consapevole ed il bovarismo. L'erotismo è parte dell'orientamento sessuale, e fa parte del capitolo cultura. C'è differenza fra menare e prenderle, fra De Sade e Masoch. E come la mettiamo con i bisessuali?
Imporre il marchio a quel bambino, definirne l'identità per genere, è roba nazi, anche se gli autori non sembrano neanche in grado di rendersene conto.
Davide Giacalone
www.davidegiacalone.it
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