Roma - «Ci troviamo di fronte a una campagna di mistificazione che vuole presentare come un privilegio le condizioni per l’esercizio della missione della Chiesa». Dopo settimane di attacchi sulle esenzioni fiscali e sui «privilegi», il segretario della Conferenza episcopale italiana, Giuseppe Betori, ribatte alle critiche. E con il Giornale parla del fenomeno Grillo, delle primarie del Pd, del ruolo dei cattolici in politica in un Paese, l’Italia, dove la grande maggioranza dei cittadini, afferma, «ha fiducia nella Chiesa».
Esiste un distacco sempre maggiore tra il Paese reale e la «casta» dei politici. La Chiesa avverte questo distacco? «Direi che la parola “casta” non riesce a fotografare adeguatamente una realtà che è più complessa. Ma esiste certamente una reazione verso atteggiamenti “di casta” che la politica ha assunto. Il punto non è però la condanna dei privilegi, quanto piuttosto la percezione sempre più radicale di una lontananza della politica dai problemi reali dei cittadini. Quando la gente è provocata sui problemi veri, su temi sensibili, risponde. Lo abbiamo visto nel caso del referendum sulla fecondazione assistita e nel caso del Family day».
Come giudica l’affluenza alle primarie del Pd?
«Dimostra che non c’è solo disaffezione: quando la possibilità di partecipare è reale, le persone partecipano. Non vorrei però esaltare oltre misura l’affluenza alle primarie. Esiste ancora l’apparato dell’ex Pci, poi Pds e ora Ds e se i militanti sono chiamati, rispondono come un tempo. Questa capacità di mobilitazione fa parte della tradizione di una certa parte politica. Mi sarei stupito di un risultato diverso».
Cosa ne pensa delle suore che sono andate a votare per le primarie?
«Sinceramente, non mi ha fatto piacere. A noi dicono che facciamo ingerenza ogni qual volta interveniamo, poi si esalta la partecipazione di religiosi a una consultazione che riguarda la vita interna di un partito. Noi non partecipiamo alla vita dei partiti e interveniamo soltanto quando sono messi in gioco alcuni grandi valori umani. Quanto al Pd, non prendiamo alcuna posizione: sarà giudicato sulla base dei fatti».
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