Vi voglio parlare di una specie
rara di essere umano, persona, che ho conosciuto a Campitello Matese.
Non è l’orso marsicano che
qualcuno ha individuato “slalomando” sulle piste innevate.
Oggi vi voglio parlare dei
professori senza cattedra.
Chi sono costoro?
Alcuni hanno l’aspetto longilineo
e caricaturale di un Mussini qualunque. Si aggirano per l’albergo improvvisando
giochi di prestigio e rendendo difficili anche le magie più semplici; si
scherniscono davanti agli elogi od alla semplice enunciazione dei loro servizi
ricoperti all’interno dell’associazione; stringono i denti quando sentono che
dovrebbero fermarsi perché sanno che l’esempio è il primo professore senza
cattedra; hanno sempre lo sguardo fiero ed ottimista; conoscono a memoria mille
citazioni ma soprattutto non capisci mai quando è iniziata la loro lezione e
quando è finita perché lo stare con loro, il solo incrociarli, può essere
occasione per uno scambio di battute, serie o facete, bioetiche o biodegrabili
col tempo.
I professori senza cattedra sono
anche quei giovani che hanno iniziato il loro percorso nel Movimento per la
vita più di dieci anni fa, hanno fatto tanti banchetti in mezzo alla strada
delle nostre città, al freddo delle torri o sulle spiagge, nei centri storici e
nelle feste di paese e poi si sono addentrati nei meandri delle “nuove
frontiere della bioetica” ed hanno cominciato a sfogliare riviste specializzate
ed a masticare e digerire libri e libri accompagnandosi con migliaia di lezioni
e conferenze: ma restano professori senza cattedra perché sanno stare in mezzo
ai ragazzi, da giovani in mezzo ai giovani, ma col desiderio e l’obbligo
irrefrenabile di non tenere solo per sé quello che hanno appreso ma di portarlo
ad altri.
Sono i professori senza cattedra,
decine di giovani, da Milano a Gela, da Bologna a Teramo, da Cassino a Napoli,
da Firenze a Pistoia che arricchiscono il gruppo giovani del Movimento per la
vita italiano, lo rendono molto aperto, semplice, divertente ed insieme
culturalmente preparato ed agguerrito per le sfide della bioetica.
Sono la realtà e la certezza del
nostro gruppo giovani.
Io questi professori senza
cattedra li conosco ad uno ad uno, conosco le loro storie, il loro passato, ma
soprattutto conosco il loro presente e conto su di loro per il nostro futuro.
Io sono solo il direttore di
questa scuola che non ha classi, bidelli ma è un insegnamento che si svolge
ogni giorno a partire dall’andare nelle altre scuole, allo stare nelle feste di
paese in camper, allo scambiare due parole con sconosciuti al tavolino di un
pub.
La nostra ricchezza sono questi
professori senza cattedra che come cattedra hanno avuto, ed hanno ancora, solo
quel banchetto sgangherato montato di corsa ed esposto al passaggio della
gente: lì siamo cresciuti in tanti, lì continuiamo a tornare e crescere ed è
quello spirito che oggi, anche se più cresciuti e più maturi, ci fa restare
così, semplici nel nostro entusiasmo, entusiasti nella nostra semplicità.
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