mercoledì 25 aprile 2018

Il tuo "problema" Alfie è anche il mio

Il tuo "problema", Alfie, è essere figlio di genitori che ti amano, altrimenti se ti avessero voluto uccidere avrebbero trovato tutto il supporto necessario, un politico disposto ad accompagnarti in qualche clinica per l'omicidio assistito e sicuramente qualche applauso
Il tuo "problema", Alfie, è non essere figlio di una coppia omosessuale altrimenti i tuoi genitori sarebbero stati invitati nei talk show e per loro, un sindaco per esempio di Torino, avrebbe forzato la legge italiana per riconoscerti tutti i diritti.
Il tuo "problema", Alfie, è di non essere figlio di immigrati in viaggio verso l'Italia su un barcone, altrimenti la Marina Militare ti sarebbe corsa incontro fregandosene delle acque territoriali e ad accoglierti avresti trovato tutti i medici del Reame.
Il tuo "problema" Alfie è quello di essere nato in un paese, l'Inghilterra, che ha il profitto come prima regola e se si tratta di clonare una pecora sono i primi ma di un "cucciolo d'uomo" non vogliono tenersi neanche l'originale.
Il tuo "problema", Alfie, è quello di essere vivo e continuare a voler vivere. Ma come ti permetti? I tuoi genitori dovevano ucciderti con l'aborto almeno ci saremmo risparmiati tutte queste sceneggiate.
Il tuo "problema" Alfie è difficilissimo da spiegare ai miei figli, a parole non ci riesco ma sono certo che in questi giorni stanno sentendo il mio dolore e il mio imbarazzo e da questo impareranno più di mille parole.
Il tuo "problema" Alfie è il mio e quello di tantissima gente, della maggioranza silenziosa che deve prendere più coraggio da ogni tuo respiro e cominciare davvero a ribellarsi non più solo gridando la verità ma cominciando a combattere per essa e a muovere le mani non solo sulle tastiere.
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