Quando tre mesi fa, e poco più, è morta Nonna Jole (sua moglie), ha cominciato a lasciarsi andare non solo sprofondando sempre più in quella poltrona che ormai era la sua schiena, ma proprio assumendone la stoffa che la ricopriva, diventando un soprammobile nella casa di sua figlia che ha dato amore e vita a questi ultimi loro anni in preparazione alla morte.
Si è lasciato morire per andare a riprendersi sua moglie che una lunga malattia gli aveva tolto da anni.
Si è lasciato andare per andarsi a riprendere suo figlio, babbo Enzo, che la maledetta malattia gli aveva strappato troppo presto ferendolo indelebilmente.
L'ho conosciuto poco nonno Cuccio perchè mentre per me questi dieci anni sono stati l'inizio della mia famiglia, per lui la fine della sua.
Solo una volta ho potuto ascoltare i suoi racconti di guerra poi sempre e solo poche parole, quell'incrociare il suo sguardo fiero e quel ritrovarlo, ad ogni sporadica visita, prima sulla sedia, poi sulla poltrona, infine a letto col naso a punta.
E' di poche ore fa questa mia ultima immagine e la nostra preghiera.
Se ne va un altro nonno, non solo nostro, ma di quelli che hanno costruito, con le mani e il sudore, la nostra Italia e quindi se ne va un altro nonno d'Italia e tutti noi sappiamo drammaticamente quanto stiamo perdendo con quella generazione, col rischio di non ritrovarci più.
In questo momento Sara veglia il nonno pregando. Da lontano mi unisco a lei nella preghiera.
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