sabato 16 marzo 2013

Una 19enne scrive a Papa Francesco, da Avvenire


Caro Papa Francesco, ho 19 anni, uno zaino, dei libri e qualcosa da chiedere al Papa. Caro Papa Francesco, ti dico che non devi perdere tempo. E non è vero che le voci sulla ricchezza, sugli sprechi, siano solo storie di basso qualunquismo. No, abbiamo bisogno anche di questo. E quando la mattina vado all’Università, voglio sapere che ci sei. Con le tue storie sull’amicizia, sulla ricchezza dei poveri, sul segreto di un amore che si arricchisce donando. E voglio che tu faccia 'verità'. Anche a costo di sollevare tappeti pieni di polvere e segreti.
Perché la nostra religione fa rima con 'conversione', e non con 'perversione'. E voglio che tu sia giovane con noi. Perché quando desideriamo correre sui sogni, sui progetti onesti, non c’è bisogno di qualcuno che ci ammonisca, che ci osservi restando immobile, ma vogliamo qualcuno che corra con noi. E se è vero che per i giovani si è fatto, e si fa già tanto, tuttavia restano quasi sempre 'un discorso', non diventano mai 'un fatto'. Ed è facile riempirsi la bocca della parola 'giovani', ma mettere in rapporto la loro emozione con le tante sfaccettature del mondo è complesso. Provaci. E meno teologia. Dio è già ricerca.

E se ricerchi hai già Dio e non sei solo un io. Non scriviamolo solo nelle Encicliche, nelle Bolle, Dio. A noi giovani piace giocare, piacciono le bolle di sapone dietro cui guardare il mondo e immaginare. Creiamolo il nostro io attraverso Dio. Allora non scriviamolo soltanto, ma disegniamolo, coloriamolo. E voglio che ci vieni a trovare. Perché, le Giornate Mondiali della Gioventù, sono una cosa straordinaria. Ma oltre a quelle 'Giornate', ci sono le 'giornate' con la g minuscola in cui non ti ricordi nemmeno più di essere gioventù, di essere amore. Vienici a trovare nella normalità, vienici a trovare in Università. Perché non c’è bisogno solo di 'eventi', c’è bisogno anche di 'momenti'.
Viaggia. Fino ad avere il fiatone. Fino a non poter disfare la valigia perché devi ripartire. Se Dio ti ha dato questo Mondo da guidare, da oggi lo devi attraversare. Una suora, un giorno mi disse: «Se hai sete, vuol dire che l’acqua esiste» E se la Chiesa siamo noi, sì, ti dico: abbiamo sete. Ma se la Chiesa siamo noi, insieme, ti dico, sì: abbiamo anche l’acqua. E amaci, e non farti chiamare solo Papa. Fatti chiamare anche Papà.
Alessandra Arini su Avvenire del 14 marzo 2013

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