Oggi Erika De Nardo (o basterebbe solo Erika di Novi Ligure) torna in libertà dopo 11 anni di galera e reclusione presso alcune strutture di recupero, a seguito dell'omicidio da lei compiuto, con Omar Favaro, di sua mamma e di suo fratello.
Purtroppo 11 anni fa ero già abbastanza grande per non poter dimenticare l'accaduto o solo derubricarlo a fatto di cronaca.
Mi sono sempre domandato come sia stato possibile e continuo a domandarmelo.
11 anni dopo sono padre e non voglio mettermi nei panni di Francesco De Nardo, il padre di Erika ma anche padre del piccolo Gianluca (allora aveva 11 anni e la sorella ed Omar lo uccisero con 57 coltellata dopo aver tentato di farlo fuori con un topicida), e sposo, marito di Susanna ammazzata dai due fidanzatini con 40 coltellate.
Oggi tutti parlano di Erika, Omar della loro riabilitazione. Io li voglio ignorare e chiedo perdono, ancora una volta, per i pensieri su di loro che resteranno tali e non troveranno la forma scritta.
Voglio invece ripetere, e ripetermi, i nomi delle vittime: Gianluca e Susanna.
Voglio invece ripetere, e ripetermi, il nome del Padre, Francesco, che il giorno del funerale fece arrivare due corone di fiori con scritto su una: “Da tuo marito e da tua figlia” e sull’altra: “Da tuo padre e da tua sorella”.
Un padre che è sempre stato accanto, in questi undici anni, alla figlia andando sempre a trovarla in carcere, aiutandola nel suo percorso di recupero, incentivandola a laurearsi ed è sempre rimasto lontano, lontanissimo dai riflettori.
Quel padre che oggi riporterà Erika a casa loro, nella stessa villetta che ha subìto solo una imbiancatura per togliere i segni del sangue
Quel padre che non vorrei mai essere non solo per sventare tale sciagura sulla mia famiglia ma soprattutto perchè non sarei capace di approssimare.
Se e come sia possibile è cosa che sa solo quel padre, la sua è una storia che atterrisce e letteralmente graffia l’anima di chiunque la ripercorra.
Come possa riuscirci, come possa essere padre insieme di Erika e Gianluca è un mistero della paternità che va rispettato. Comprenderlo però è qualcosa che va al di là e oltre i limiti della ragione.
Non voglio parlare nè di Erika nè di Omar. Voglio solo ricordare Gianluca, Susanna ed a te, caro Francesco, gettare uno sguardo così, frugale e semplice, senza doppi fini o dietro le quinte. Sguardo a te!
Non voglio parlare nè di Erika nè di Omar. Voglio solo ricordare Gianluca, Susanna ed a te, caro Francesco, gettare uno sguardo così, frugale e semplice, senza doppi fini o dietro le quinte. Sguardo a te!
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