venerdì 27 maggio 2011

Lo stupore soffocato dei sordi davanti a Trinità dei Monti

Nell'andare a prendere la metropolitana a Spagna la sera per ritornare a casa ho incrociato, per due giorni consecutivi, un gruppo di diversamente abili, in rigorosa fila sparsa, di varie età, che camminava a coppia, spesso abbracciati, comunicando tra loro con ampi gesti e segni delle mani.
Ho immaginato essere sordo muti.Leggendo poi la cronaca ho scoperto il motivo per cui erano,  e sono, così in tanti, a Roma in questi giorni. Se ne discute da anni, ma il riconoscimento della Lingua dei segni continua a dividere, anche nel mondo delle associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari: il disegno di legge approvato all'unanimità nel marzo scorso dal Senato è ora atteso sui banchi della Camera dei deputati, per quella che potrebbe essere l'approvazione definitiva di un provvedimento dalla vita parlamentare alquanto tortuosa. 
In tanti quindi fuori da Montecitorio ad aspettare un "segno" dalla politica italiana.
Non entro nel merito di questo argomento che poco conosco.
Ritorno al mio breve percorso svolto, involontariamente, al loro fianco da Largo del Nazareno a Piazza di Spagna.
Ho notato una cosa e la voglio dire con tutta la delicatezza ed il rispetto del caso.
Giunti ai piedi della famosa Scalinata questo gruppo ha sostato, ha seguito la spiegazione della guida nel linguaggio dei segni, ed i loro occhi e le loro bocche si sono spalancati in un ammirato sguardo e muto urlo di stupore che strideva con tutto il chiasso attorno delle scolaresche assiepate sui gradini, positivamente distinguendosi ed elevandosi verso l'alto.
Ho osservato a lungo la scena. 
Studenti e turisti di tutte le età intenti più che altro a fotografarsi ed a fare lo slalom tra venditori ambulanti.
Loro immobili davanti alla Scalinata con quella loro bocca aperta, vuota di suoni, ricca di sensazioni. Anche per noi.

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