venerdì 8 aprile 2011

Mia intervista a Massimo Introvigne sul tema immigrazione

Pubblicata su Figli&famiglia
Incontriamo Massimo Introvigne, sociologo, direttore Cesnur (Centro studi nuove religioni) che per il suo ruolo di studioso delle popolazioni e delle migrazioni ci può aiutare a capire che cosa sta succedendo oggi nei paesi del Nord Africa e quale chiave interpretativa dare ai flussi migratori delle ultime settimane.
Prof. Introvigne: che cosa sta succedendo in medio oriente?
In Nord Africa ci sono quasi dappertutto, con eccezioni, dei regimi di tipo laico nazionalista guidati da persone che vengono dal mondo militare e che presentano una scarsa pietà islamica ed un alto operato di corruzione, di incompetenza legati alla ferocia repressiva. Questi regimi sono sempre rimasti in piedi perché sostenuti dall’occidente in quanto ostacolavano il fondamentalismo islamico e perché socializzavano tutto sommato, un minimo di benessere, non si stava bene ma non si moriva di fame. Venuto meno il sostegno dell’Occidente, gli Usa sono molto deboli, e venuto meno la possibilità di garantire un minimo di funzionamento della economica causa crisi globale, sono scoppiate rivolte che sono rivolte anzitutto dettate dal disagio economico, vedi Tunisia poi Egitto, Libia, Bahrein ,Siria, Yemen e queste rivolte, come tutte le rivolte di piazza, sono spontanee ma non sono autonome e ci sono diverse classi dirigenti che cercano di guidarle: c’è il fondamento islamico, settori dell’apparato militare ed i tecnocrati legati ad alcuni interessi economici ed industriali occidentali.Secondo Lei siamo di fronte ad una invasione di persone od è solo un fenomeno mediatico? Come trovare una bussola per capire costa sta succedendo?Credo che ci siano due problemi di fondo. Il primo è che gli immigrati siano già troppi ora. In Italia, Francia e Malta ci sono molte discussioni, anche accese, tra sociologi (io ho insegnato sociologia dell’immigrazione) se ci si possa permettere ancora una crescita a tale ritmi della presenza degli immigrati ed io sono tra quelli che risponde di No. Il secondo problema è che quando c’è disordine saltano i tappi ed il numero di persone che desiderano migrare aumenta quindi il problema è di quanti immigrati potrebbero esserci nei prossimi mesi. La situazione è dinamica ed ha tante variabili a cominciare da come si muoveranno i governi arabi e quelli europei. Quindi poste le due coordinate, ovvero gli immigrati sono già troppi ora e nella situazione di emergenza la situazione può peggiorare, quello che stiamo vivendo ora è un fenomeno che in sociologia si chiama NIMBY (Not in my back yard, non nel mio cortile) per cui ognuno è favorevole in teoria alle ragioni dell’accoglienza e della solidarietà purché non vertano nel proprio comune, quartiere o regione. Vediamo sindaci di sinistra, come Chiamparino, che dichiarano viva gli immigrati e la solidarietà ma che vadano in altri comuni. Vediamo Nichi Vendola che dice benissimo gli immigrati e la solidarietà, sono anche poetici, purché non vengano in Puglia.
Molti cattolici sono turbati perché vivono il dissidio tra il desiderio di accogliere tutti che si scontra con l’impossibilità di farlo. Quali linee guida suggerire?Il Papa ha sempre detto che il problema dell’immigrazione ha tre dimensioni. Ci sono i diritti dell’immigrato che una volta arrivato da noi è sempre una persona umana, un fratello in Cristo, un figlio di Dio e come tale va sempre trattato nella nostra solidarietà umana e questa non è retorica. Poi vi è la seconda dimensione ovvero il diritto alla sicurezza ed identità dei paesi che debbono accogliere gli immigrati e questo va tenuto conto quando si decide se farli venire, entrare o cercare altre soluzioni. Facciamo un esempio, una piccola parabola. E’ evidente che se in casa mia ci stanno tre persone in un momento di emergenza ne accolgo altre tre e sono un bravo cristiano, se ne accolgo altre trenta invece queste persone finiranno per stare male, accoltellarsi e peggiorare la situazione. Se ne metto sei, in quella casa, sono un eroe, trenta sono un pazzo: questo vuol dire che l’accoglienza non può crescere in modo indeterminato. La terza dimensione che ricorda solo il Papa è quella di tenere conto anche dei diritti dei paesi da cui si emigra perché spesso questi paesi sono completamente stravolti dall’emigrazione in quanto ad energie giovani, persone con buone capacità lavorative ed intellettuali preferiscono strade più facili come l’andare via ma questo depaupera del patrimonio umano i paesi da cui partono. Mettere insieme i tre diritti: dell’immigrato, dell’Italia e dei paesi da cui partono.
Giorgio Gibertini

2 commenti:

Laura ha detto...

No dico...hai intervistato Introvigne? Mannaggia a te! Bravo Joe, fiera di te...presto arriva il nostro post ...credo domani...

Buongiorgio ha detto...

L'ho intervistato a Radio Mater, lo conosci? Per questo devo capire come mettere nel blog i file mp3. Tu l'hai capito?

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