martedì 5 aprile 2011

Due anni fa “Ju tarramutu” a L'Aquila

Alle 3.32 di questa notte migliaia di persone in tutta L'Aquila e non solo reciteranno una preghiera magari spegnendo il lume col quale stavano illuminando la recita del loro Rosario, ringraziando ancora di essere vivi oppure per ricordare i loro concittadini, parenti, sorelle, madri, padri, figli che sono morti sotto le macerie della propria città.
Alle 3.32 di questa notte forse una nave stracarica di profughi lambirà le spiagge della Sardegna, nuova rotta di migranti, e sotto le luci della Guardia Costiera centinaia di ragazzi africani si metteranno seduti sul lungo mare, berranno il primo sorso d'acqua ed invieranno l'agognato sms ai propri parenti in patria.
Alle 3.32 di questa notte in Giappone l'imperatore sarà forse ancora al buio per vivere come hanno vissuto i suoi cittadini l'impatto tremendo di un altro terremoto e ricorderà gli italiani lontani ed i tecnici qui inviati per studiare anche il nostro sisma.Alle 3.32 di questa notte mio figlio Matteo forse piangerà per i primi dentini ed i figli de L'Aquila ancora rivivranno una notte insonne, con le loro famiglie, per paura di ogni scossa e di ogni piccola vibrazione più forte di quella del cuore.
Alle 3.32 di questa notte i giovani del nostro quartiere butteranno via la loro vita infilandosi ubriachi, con la loro auto, sotto un camion in corsia di emergenza sulla Milano-Venezia
Alle 3.32 di questa notte continueranno le trattative politiche in Libia ma i dittatori feroci avranno approfittato del buio per eliminare qualche altro oppositore
Alle 3.32 di questa notte al Cristo Re di Roma forse nascerà la prima figlia dei nostri amici e da qualche parte nascerà qualcuno e qualcuna
Alle 3.32 di questa notte forse morirà la nonna di questa bambina e chi altro con lei raggiungerà il regno dei cieli.
Alle 3.32 di questa notte uscirò di casa, in giardino, e guarderò quelle mie quattro mura che coprono il sonno della mia famiglia e che per altri vent'anni non saranno del tutto mie ed ancora pregherò perchè non sono vittima del terremoto che così, per il tempo di schiocco, si porta via tutto, senza preavviso, senza perché e lasciandoti solo le rate del mutuo da pagare in questo caso sì puntuali come la morte.
Alle 3.32 di due anni fa siamo morti un po' tutti con L'Aquila. Poi, come da copione, la vita ha ripreso a scorrere svicolando tra normalità e straordinarietà ed ognuno ha vissuto altri propri personali piccoli o grandi terremoti ma per un attimo voglio tornare lì, foss'anche per pochi secondi ma con grande intensità, per vedere se la forza della preghiera è pari a quella di un terremoto per scuotere le nostre vite, le nostre coscienze e cambiare davvero.
Anche allora mancavano pochi giorni alla Pasqua ovvero al "terremoto più grande", la Resurrezione così silenzioso ma fragoroso seppur dolce che ha cambiato la storia dell'Umanità.

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