giovedì 10 febbraio 2011

Giornata degli Stati Vegetativi

da L'UNICO-  di Giorgio Gibertini, Presidente del Centro Aiuto per la Vita

"Questa prima Giornata degli Stati Vegetativi" è il riconoscimento ufficiale di una categoria di Persone, con la maiuscola” - ha dichiarato al quotidiano Avvenire Claudio Taliento, Vice Presidente della Associazione Risveglio, riassumendo in una frase non solo il senso di un percorso che è partito dalla morte di Eluana Englaro, avvenuta esattamente due anni fa, ma anche l’impegno dell’attuale Governo iniziato il 6 febbraio 2009 e confluito nell’istituzione di questa giornata nazionale.
Ci piace partire dal 6 febbraio 2009 per ricordare i fatti e quindi quello che è realmente accaduto nonostante le molte polemiche e le molte chiacchiere sentite sul tema in tutti questi mesi anche per far capire che la Giornata di oggi non è un’idea improvvisata dal Governo per piacere Oltretevere, come abbiamo sentito dire, ma anche qui vi è stato un percorso ed un lavoro preparatorio di notevole interesse.Con l’inizio dell’anno 2009, Peppino Englaro, padre di Eluana ma soprattutto esponente radicale non ufficiale ma molto attivo (troppo!!!), dopo 10 anni di ricorsi a tutti i vari livelli del sistema giuridico italiano ha dato inizio all’ultima parte della vita di sua figlia forte del decreto del 9 luglio 2008 con cui la Corte d'Appello Civile di Milano lo ha autorizzato, in quanto padre ed in qualità di tutore, ad interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzata che manteneva in vita la figlia Eluana per «mancanza della benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno.
Eluana ebbe l’incidente stradale il 18 gennaio del 1992 e, dal 1994, si sono occupate di lei le Suore Misericordine di Como presso la casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco. Le suore, avvertite da Englaro padre dell’ordinanza della Corte di Appello di Milano, si sono però rifiutate di interrompere l'idratazione e l'alimentazione forzate manifestando la disponibilità a continuare ad assistere la donna. Per tale motivo - si legge ancora nella nota di Gibertini - il padre ha deciso di trasferire la figlia presso altra struttura ove dare seguito alle sue volontà, o presunte tali, raccolte oralmente da qualche amico come dichiarazione per un simile caso a quello poi a lei accaduto.
Due anni fa, nel clima di dibattito rovente creatosi giustamente attorno a questa vicenda, il Governo si espresse con un decreto di urgenza per interrompere il protocollo di sospensione dell’alimentazione artificiale, già iniziata alla Casa di cura ‘La Quiete’ di Udine. Il Presidente Berlusconi tuonò con una chiarezza ineccepibile: “Non voglio la responsabilità della morte di Eluana”. A Consiglio dei Ministri ancora in corso, però, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fece sapere, tramite le agenzie, che non avrebbe firmato il decreto perché non sussistevano i presupposti di necessità ed urgenza.
La replica del Premier non si fece attendere e, convocando una conferenza stampa, Berlusconi spiegò ancora che nel caso di Eluana «sussistono i presupposti di necessità e urgenza, presupposti che sono affidati alla responsabilità del governo: poi spetta al Parlamento decidere se confermare o meno questi presupposti». «Eluana è una persona viva - ha aggiunto Berlusconi - respira, le sue cellule cerebrali sono vive e potrebbe in ipotesi fare anche dei figli. È necessario ogni sforzo per non farla morire». Il Premier ha poi criticato l'atteggiamento di Napolitano: «Con la sua lettera si introduce una innovazione: il Capo dello Stato in corso d'opera del Cdm può intervenire anticipando la decisione sulla necessità e urgenza di un provvedimento. Per questo abbiamo deciso all'unanimità di affermare con forza che il giudizio è assegnato alla responsabilità del governo. Se il Capo dello Stato non firmasse e si caricasse di questa responsabilità nei confronti di una vita, noi inviteremmo immediatamente il Parlamento a riunirsi ad horas e approvare in due o tre giorni una legge che anticipasse quella legge che è già nell'iter legislativo".
Perché ricordare questo proprio oggi, nel giorno della prima Giornata nazionale degli Stati Vegetativi? Per dire che questo Governo è sempre stato dalla parte della vita non solo a parole, non solo con decreti di urgenza ma anche con aiuti concreti: il Ministro Sacconi, a tal proposito, ha stimato in circa 300 milioni di euro l’anno la spesa del Servizio Sanitario Nazionale per curare i pazienti in stato vegetativo. Due anni sono passati, Eluana è poi morta di fame e di sete, il dibattito non si placa. Molte cose il Governo ha fatto ed altre ancora deve fare, soprattutto legiferando definitivamente in materia di Dichiarazioni Anticipate di Trattamento emanando, prima possibile, il ddl Calabrò fermo da troppo tempo alla Camera dei Deputati causa, anche, il boicottaggio continuo del Presidente Gianfranco Fini (che anche allora fu l’unico ad appoggiare la non firma di Napolitano).
Non solo le oltre 2000 persone in questo stato attendono una risposta, una carezza di umanità, ma tutte le persone di questo Stato attendono una legge di verità e forse vorrebbero avere un Presidente della Repubblica più coraggioso e più vicino al popolo anche se si tratta di cittadini malati e non solo di cittadini rom a cui è successo una tragedia. (L'UNICO)

Nessun commento:

Posta un commento