martedì 18 febbraio 2003

I Pacifessi

I PACIFESSI
Sono un “pacifesso”, uno di quelli che non va di moda, uno di quelli che vuole la Pace sempre e non solo quando non ha panni stesi sul balcone.
Sono un pacifesso, uno di quelli che ha comprato la bandiera ma me la tengo in casa visto che in piazza ce ne erano tante altre, inneggianti a partiti politici o “rivoluzionari” che hanno interpretato la Pace a modo loro.
Sono un pacifesso, uno di quelli che non si fa le canne per non buttare via la propria vita, uno di quelli che guida la moto sempre col casco, che rispetta il codice della strada, le leggi, la vita mia e quella altrui.
Sono un pacifesso, sia che a sparare siano i russi che gli americani, sia che a cremare sia Hitler o Stalin, sia che a condannare a morte sia la Cina che l’America, sia che a morire siano i preti cattolici che i musulmani o gli ebrei
Sono un pacifesso perché a casa ho la bandiera con la foto di quel ragazzo di Tienamen, della mia età, che ferma da solo un carro armato ma… non la porto in giro….
Sono un pacifesso, uno di quelli che ha sempre manifestato per la Pace, in Italia e nel mondo, facendomi le lunghe camminate tra Perugia ed Assisi, ma mi incateno anche fuori dal Parlamento per difendere i diritti umani, primo di tutti quello a nascere.
Sono un pacifesso perché nel segreto della mia cameretta, la sera, rivolgo lo sguardo al mio Dio e chiedo a lui di venirci incontro e donarci la Pace perché con le sole nostre forze, purtroppo, a volte proprio non ce la facciamo.
Mi sento un pacifesso perché nel piccolo del mio quotidiano diffondo la Pace: in casa, al lavoro, in palestra, in discoteca e con gli amici e non lo sbandiero per le piazze solo quando va di moda o solo quando qualcuno mi raduna per un suo tornaconto.
Mi chiamano pacifesso ma mi va bene lo stesso.

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