Eccola la XXV giornata per la Vita che come Movimento ci
apprestiamo ad animare in quasi tutte le parrocchie di Italia. La Giornata per
la vita, difatti, è indetta dalle Cei ed il Movimento per la Vita Italiano vi
aderisce portando il suo importante e particolare contributo non solo
organizzativo ma anche culturale.
“Della vita non si fa mercato” è
il bellissimo titolo scelto dai vescovi per questo 2003 e l’attenzione vieni
richiamata sulle varie forme di considerazione della vita umana come merce:
“dalla soppressione della vita nascente
con l’aborto al commercio di organi dei minori, ai bambini soldato, alle
prostitute schiave, ai ragazzi ed alle ragazze sottoposti ad abusi sessuali, alla
speculazione sul lavoro minorile, ai lavoratori sottopagati e sfruttati….”
Dei messaggi dei Vescovi ho
sempre apprezzato l’attualità. Leggendo e rileggendo questo elenco di moderne
schiavitù chi di noi non ha ricondotto alla mente immagini vicine delle nostre
città? Chi di noi non ha rivisitato luoghi od articoli di cronaca che
giustappunto parlavano di questa e quell’altra schiavitù?
Della vita non si fa mercato:
bellissimo titolo! Grazie Vescovi Italiani.
Ma un riferimento ulteriore mi
sovviene dall’ultima settimana di formazione giovani svoltasi a Dobbiaco quando
il prof. Aldo Mazzoni, con riferimento
alla fecondazione artificiale, ha parlato del “senso del possesso” delle madri
che pagano per produrre figli.
Già una madre nutre verso i figli
un sano (non sempre) senso del possesso prima di rendersi conto che questi sono
“frecce da lanciare”, come diceva Gibran in quel memorabile pensiero sulla
famiglia ed i figli.
Ancor di più questo “senso del
possesso” si accentua, diventando malattia, quando una madre, ed un padre,
sanno che per aver quel figlio hanno
anche pagato, e pagato caro.
“Tu non puoi fare quello che vuoi
perché io ho pagato per averti! Tu non puoi scegliere di giocare a calcio ma
devi andare a danza classica perché io ho pagato per farti nascere quindi ora o
fai quello che dico io o mi restituisci almeno i soldi! Con tutto quello che ho
speso e sofferto per averti è questa la riconoscenza”
Inorridisco nello scrivere e nel
pensare a questi scenari possibili del prossimo futuro, ed anche attuale
presente.
Della vita non si fa mercato vuol
dire anche questo ed i Vescovi Italiani lo richiamano perfettamente nel loro
messaggio.
Della vita non si fa mercato vuol
dire che non si può “pensare al figlio come un oggetto che sarà posseduto da
chi lo avrà “prodotto”, una merce alla stregua di altre merci.”
Ecco il forte ed attualissimo
richiamo che guarda alle nuove frontiere della Bioetica ed ecco dove deve
volgere, primariamente, il nostro impegno in difesa di ogni essere umano dal
concepimento ricordandoci sempre che, facendo questo, difendiamo ognuno di noi:
il nostro passato, il nostro presente e soprattutto il nostro futuro.
Ed in questo mercato dobbiamo
mettere il nostro banchetto informativo, e formativo, permanente e stare lì in
mezzo a diffondere il vangelo della Vita.
Giorgio Gibertini
Resp. Nazionale giovani
Movimento per la vita Italiano
www.mpv.org
- Giorgio@mpv.org
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